.: La parola di ... Feniks :.
Giornata della memoria
Auschwitz, 28 Gennaio 1945.
Nel campo principale tutto è silenzio. Non si sentono le grida dei Kapò, non c'è nessuno sul piazzale.
Piano piano il cancello si apre, spinto da un carro armato dell'esercito sovietico.
E dalla nebbia che sale dal suolo gelato, ecco spuntare i primi superstiti, quasi fossero fantasmi, nel pallido mattino. Pochi, sfiniti, con una
divisa a righe.
Ora siete liberi. Liberi di ricominciare a vivere, liberi di riprendervi il vostro nome, sostituito da un numero tatuato sulla pelle, liberi di
recuperare la vostra dignità di uomini che la barbarie di pochi voleva cancellare.
Liberi di testimoniare cosa l'uomo, spinto dall'odio, può fare ad un altro uomo.
C'è silenzio nel campo. E nel silenzio, ascoltando attentamente, si possono udire le voci di tutti coloro che non sono presenti sulla piazza
dell'appello ad accogliere i liberatori. Le voci di tutti coloro le cui ceneri, oggi e per sempre, sono sparse sulla Polonia.
Quelle voci chiedono a noi, anche oggi, di non dimenticare cosa hanno rappresentato.
Ci mandano un messaggio di speranza, perchè la vita e l'amore saranno sempre più forti della morte e dell'odio.
Fermiamoci un momento ad ascoltare la loro voce, e pensiamo a tutti coloro che, privati di tutto, sono stati caricati come bestie sui carri,
inviati ad Auschwitz e mai più tornati. Ascoltiamo e ricordiamo:
«Chi s'aggrappa al nido non sa cosa è il mondo; non sa quello che tutti gli uccelli sanno, e non sa perchè voglia cantare
il creato e la sua bellezza. Quando all'alba il raggio del sole illumina la terra, e l'erba scintilla di perle dorate, quando l'aurora scompare e
i merli fischiano tra le siepi, allora capisco come è bello vivere. Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza quando cammini tra
la natura per intrecciare ghirlande con i tuoi ricordi; anche se le lacrime cadranno lungo la strada allora vedrai che è bello vivere»
Indietro